L’Artico senza ghiaccio? Tra dieci anni potrebbe essere realtà

Il cambiamento climatico sta provocando effetti devastanti sull’Artico e, secondo un nuovo studio, nei prossimi dieci anni il ghiaccio potrebbe addirittura scomparire. Gli scienziati non hanno dubbi

Riuscite a immaginarvi l’Artico senza più ghiaccio? Noi francamente no, eppure è uno scenario che potrebbe diventare realtà tra non molti anni.

La situazione al Polo Nord è davvero preoccupante e gli effetti provocati dal cambiamento climatico potrebbero modificare per sempre l’aspetto di questa parte della Terra.

L’allarme è lanciato da un nuovo studio compiuto negli Stati Uniti d’America e che dipinge un quadro a cui prestare davvero massima attenzione.

Niente più ghiaccio nell’Artico: follia o possibile realtà?

Entro il decennio l’Artico potrebbe sperimentare una drammatica diminuzione del ghiaccio marino, con conseguenze potenzialmente tangibili già nei prossimi due anni.

Gli scienziati lanciano l'allarme: la situazione nell'Artico è critica
Gli scienziati lanciano l’allarme: la situazione nell’Artico è critica | Immagine Unsplash @Willian Justen de Vasconcellos – Irshivideos.com

Sono le conclusioni tratte da un nuovo studio condotto dall’Università del Colorado Boulder e pubblicato sull’autorevole rivista di settore Nature Reviews Earth & Environment.

Rispetto alle proiezioni precedenti, il tempo previsto per il completo scioglimento del ghiaccio nell’Artico potrebbe essere notevolmente ridotto, con il primo giorno senza ghiaccio previsto entro i prossimi dieci anni (si sta registrando una tendenza costante verso un’estensione sempre maggiore di questa condizione).

Entro la metà del secolo, dunque, è plausibile che si verifichi un intero mese senza ghiaccio nell’Artico, probabilmente nel mese di settembre, quando la copertura di ghiaccio marino raggiunge di solito il suo minimo.

Uno scenario che a noi, oggi, può sembrare assurdo, ma che così assurdo in realtà non è.

Le prospettive a lungo termine indicano infatti che verso la fine del secolo potremmo ritrovarci ad assistere a diversi mesi all’anno privi di ghiaccio.

Ciò potrebbe comportare anche l’assenza di ghiaccio invernale nelle regioni settentrionali del Globo, soprattutto in condizioni di alte emissioni.

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che un Artico privo di ghiaccio non significa una completa assenza di ghiaccio nelle sue acque.

Secondo quanto raccontato dagli esperti, si considera l’Artico privo di ghiaccio quando la superficie di ghiaccio marino è inferiore a un milione di chilometri quadrati (meno del 20% della copertura minima stagionale rispetto agli anni Ottanta).

Lo scioglimento sempre più massiccio dei ghiacciai artici porterà inoltre a un aumento del livello del mare senza precedenti negli ultimi 10.000 anni.

Tutte queste proiezioni si basano su un’analisi dettagliata condotta dal team dell’Università del Colorado Boulder guidato da Alexandra Jahn, il quale ha esaminato sia i dati storici che i modelli climatici, al fine di valutare le future dinamiche dell’Artico.

Ciò che indicano i risultati ottenuti è che, se la copertura di ghiaccio dovesse scendere al di sotto della soglia critica di un milione di chilometri quadrati, il processo di scioglimento potrebbe quindi accelerare, manifestandosi fino a diciotto anni prima rispetto alle ultime previsioni.

La ricerca condotta negli Stati Uniti d’America sottolinea quindi l’importanza di monitorare da vicino l’Artico attraverso dati satellitari giornalieri, così da comprendere meglio l’evoluzione di una situazione che appare sempre più critica.

“Le emissioni di gas serra sono le principali responsabili della perdita di ghiaccio marino. Una diminuzione della copertura di neve e ghiaccio aumenta la quantità di calore della luce solare assorbita dall’oceano, aggravando lo scioglimento dei ghiacci e il riscaldamento dell’Artico. La copertura di ghiaccio svolge un ruolo significativo nel tamponare l’impatto delle onde oceaniche sul territorio costiero. Quando il ghiaccio marino si ritira, le onde oceaniche diventano più grandi, causando l’erosione delle coste”.

Ha affermato Alexandra Jahn, indicando quali sono i pericoli incontro ai quali il Mondo si sta dirigendo.

La diminuzione del ghiaccio marino sta infatti avendo un impatto significativo anche sugli animali che abitano l’Artico, come foche e orsi polari, i quali dipendono fortemente da questo habitat per la propria sopravvivenza.

Non solo. Il riscaldamento degli oceani sta suscitando preoccupazioni tra i ricercatori anche per quanto riguarda la possibile migrazione di alcune specie ittiche non native verso l’Oceano Artico, condizione che potrebbe causare effetti dannosi sugli ecosistemi locali, il cui impatto ancora non è del tutto compreso.

La perdita di ghiaccio marino costituisce, inoltre, anche una minaccia per le comunità umane che risiedono presso le coste artiche, le quali potrebbero subire gravi danni nella vita di tutti i giorni.

Purtroppo, gli scienziati considerano ormai inevitabile lo scenario che porterà a presentare presto un Artico senza ghiacci, ma restano altresì convinti che a incidere sulle tempistiche saranno anche i livelli di emissioni futuri.

“In uno scenario di emissioni intermedio, un percorso che la società attuale sta seguendo, l’Artico potrebbe diventare libero dai ghiacci solo durante la tarda estate e l’inizio dell’autunno, da agosto a ottobre, ma nello scenario di emissioni più elevato, l’Artico potrebbe essere libero dai ghiacci fino a nove mesi entro la fine del secolo. Questo trasformerebbe la regione in un ambiente completamente diverso, da un Artico estivo bianco a uno blu. Quindi, anche se le condizioni di assenza di ghiaccio sono inevitabili, dobbiamo mantenere i livelli delle nostre emissioni più bassi, così da evitare eventi prolungati di assenza di ghiaccio artico”.

Ha dichiarato sempre Jahn, invitando quindi la popolazione mondiale a fare del proprio meglio per abbassare le emissioni e lanciando anche un messaggio di speranza:

“A differenza della calotta glaciale della Groenlandia, che ha impiegato migliaia di anni per formarsi, in uno scenario in cui dovessero sciogliersi tutti i ghiacci artici, se gli esseri umani riuscissero ad abbassare i livelli di CO2 nell’atmosfera e, quindi, invertire il riscaldamento, il ghiaccio marino tornerebbe entro un decennio”.

Immaginarsi l'Artico senza ghiaccio mette i brividi, eppure potrebbe diventare presto realtà
Immaginarsi l’Artico senza ghiaccio mette i brividi, eppure potrebbe diventare presto realtà | Immagine Unsplash @Daiwei Lu – Irshivideos.com

L’impatto del cambiamento climatico al Polo Nord

Come avrete ormai capito, il cambiamento climatico sta avendo un impatto significativo sull’Artico, con una serie di effetti già osservati e altri previsti per il futuro.

Oltre allo scioglimento dei ghiacciai e all’innalzamento dei mari, di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente, vediamo ora quali sono altri effetti che l’innalzamento della temperatura globale sta avendo al Polo Nord.

  • Cambiamenti negli ecosistemi: il cambiamento climatico sta alterando gli ecosistemi dell’Artico, influenzando la distribuzione e l’abbondanza di specie animali e vegetali. Ciò può avere conseguenze sulla catena alimentare e sulle comunità indigene che dipendono da tali ecosistemi per la propria sussistenza.
  • Rilascio di gas serra: il riscaldamento dell’Artico può portare al rilascio di gas serra intrappolati nel permafrost, come il metano, che potrebbe alimentare ulteriormente il cambiamento climatico.
  • Cambiamenti nell’accesso e nell’utilizzo delle risorse: la riduzione del ghiaccio marino può aprire nuove rotte di navigazione e rendere più accessibili le risorse naturali, come il petrolio e il gas naturale. Questo aspetto solleva questioni di sicurezza ambientale e può portare a conflitti geopolitici.
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